EPIFANIA A REGINA COELI – TESTIMONIANZA
Articolo del 7 gennaio 2017. Pubblicato in Varie
Stamane sono andato a Regina Coeli, il carcere dove sono volontario nel Vo.Re.Co., per partecipare alla festa della Befana organizzata da Vo.Re.Co. e dall'associazione Francescani nel Mondo a favore dei figli dei detenuti del carcere. Ho trovato uno stanzone pieno di regali e leccornie, comprese le tradizionali calze, per i bambini , un'accoglienza festosa e calda come poteva essere solo quella francescana, un'atmosfera da sogno, semplicemente impensabile in un carcere… E' proprio vero, l'amore, quello vero, sa e fa compiere meraviglie e prodigi. Mi sono imbattuto negli occhi bellissimi di una bimba di soli tre mesi di vita, Laila, terza figlia di una mamma che ha il marito in carcere. Le ho preso la manina, le ho dato un buffetto sulla guancia e lei mi ha conquistato con un sorriso pieno, con le labbra dilatate a mezza luna, chiuse all'insù…
In quel moment
o mi sono sentito uno di quei re magi che andarono a trovare Gesù per offrirgli dei doni: in fondo, senza rendermene conto, o forse senza neanche pensarci troppo, ero andato pure io nella “mangiatoia” di quel carcere per offrire un sorriso, per donare uno sguardo “infinito” d'amore, una solidarietà sincera, verso un Bambin Gesù figlio di un carcerato sconosciuto, ed un gesto di attenzione verso gli altri due figli felici, “almeno oggi” e a una giovane mamma dai bei lineamenti regali che ancora non riusciva a credere ai suoi occhi, frastornata e travolta dall'ondata di tanto amore che la circondava improvvisamente. E mi sono chiesto: “Ecco il problema!”: cancellare per sempre dal vocabolario italiano le parole… “almeno oggi” e “improvvisamente”, cancellarle per sempre dalla vita di ogni fratello e sorella che soffre, magari pure in silenzio. Sono tornato a casa “sconfitto”, ho fatto poco, troppo poco, perché domani passerà la magia del Natale e della simpatica Befana, una nostra francescana, che si è fatta fotografare coi bambini felici, ma per questi ragazzi e le loro madri ritornerà lo spettro della solitudine e di sbarre infinite. Ed io, allora, cosa farò? Farò finta che nulla sia successo? Cosa potrò fare per quelle creature, come potrò aiutarle ad oltrepassare quelle sbarre arrugginite e fredde per ridonare loro il sorriso?
Saranno segnate per sempre le loro vite distrutte da un errore non loro grande quanto il mio povero cuore ferito? Mi rifugio nella Preghiera, così forte e potente, nella certezza che presto i loro padri e mariti torneranno nello loro case per non delinquere mai più. Io posso solo continuare a far volontariato come meglio posso.
Leandro.