Regina Coeli: un concorso di scrittura per andare oltre “Il muro”

È Domenico L. il vincitore della seconda edizione di “Liberi di scrivere”, concorso letterario destinato ai detenuti della Casa circondariale di Roma Regina Coeli. Secondo classificato un componimento di Luca T., mentre condividono il terzo posto, con due poesie, Giuseppe C. e Gianluca S. Menzione speciale della giuria, infine, a una poesia in romanesco di Carlo Alberto C. La cerimonia di premiazione, si è tenuta questa mattina all’interno dell’istituto penitenziario romano. Nato nel 2022 come “Scriviamone a Regina Coeli” per iniziativa del magistrato di sorveglianza Alessandro Giordano e realizzato in collaborazione con l’associazione Vo.Re.Co. presieduta da padre Vittorio Trani, al concorso è stato dato quest’anno un nuovo titolo: “Liberi di scrivere”. “Un concorso letterario con il titolo Liberi di scrivere è già qualcosa di molto emozionante”, ha detto in un video messaggio di saluto Gigi Marzullo. “Scrivere – ha aggiunto il conduttore – significa raccontare, emozionare se stessi e gli altri, scrivere può cambiare la vita di una persona. Scrivere è libertà, è essere in sintonia con se stessi e anche con gli altri”. “Questo tipo di attività dovrebbero rappresentare una continuità: dobbiamo riuscire a rendere il periodo della detenzione un continuum di una comunità, perché solo la continuità rende il senso di comunità”, ha commentato Giovanni Russo, Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria intervenuto alla cerimonia. “Entro tre anni saranno 21mila i detenuti che arriveranno a fine pena – ha ricordato il responsabile del DAP – Il nostro compito è quello di formarli e di offrire loro occasioni di rientro alla comunità”. “La scrittura è una attività di proiezione di se stessi senza freni, né remore – ha concluso Russo – Ai detenuti che oggi vengono premiati per le loro opere chiedo di fare tesoro di questa esperienza e di testimoniarla all’esterno, anche oltre il vostro ambito familiare”. Sono stati 35 lo scorso anno e 50 in questa edizione i detenuti della casa circondariale romana che hanno partecipato al concorso con poesie, testi brevi e racconti ispirati al tema scelto per l’edizione di quest’anno, “Il muro”, barriera concreta e simbolica alla libera espressione di sé, che tuttavia è possibile superare con la creatività e grazie a iniziative che, come evidenziato dalla presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma, Vittoria Stefanelli, sono “sintomo di uno Stato che non abbandona e che riempie la pena di contenuti”. “Il carcere è di per sè un luogo di deprivazione, che prevede tanti segni meno”, ha aggiunto Alessandro Giordano, magistrato di sorveglianza di Roma e ideatore del concorso. “Io credo che l’arte e la cultura possano costituire un grande segno più, per innalzare il livello culturale e accompagnare chi ha sbagliato verso un futuro migliore”. Tema e obiettivi del concorso sono stati commentati da Claudia Chiarolanza, docente di psicologia clinica all’Università “La Sapienza” di Roma. I versi dei componimenti premiati sono stati letti dall’attrice Gaia Insenga e allietati dall’esecuzione di tre brani musicali della flautista Miriam Borelli e della pianista Sara Shirvani.

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