Preghiera per la pace, Cartabia e Tartaglia a Regina Coeli
Articolo del 3 marzo 2022. Pubblicato in Varie
La Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha partecipato insieme a Roberto Tartaglia, che ha attualmente la reggenza del Dap, al momento di preghiera per la pace all'interno del carcere di Regina Coeli.
2 Marzo 2022
di Marco Belli
C’è un’aria di solennità sospesa quando, nella biblioteca della Casa circondariale di Regina Coeli, Nazareno, detenuto ucraino, accende i nove piccoli ceri disposti davanti al crocefisso. Nove come le sezioni detentive dell’istituto, a testimoniare simbolicamente la presenza e la vicinanza di tutta la popolazione reclusa nel carcere romano per quel momento di preghiera per la pace chiesto da Papa Francesco nel giorno delle Ceneri. Un invito, quello del Santo Padre che invoca alla preghiera collettiva nella giornata del 2 marzo e rilanciato anche dall’ispettore dei Cappellani delle Carceri d’Italia, don Raffaele Grimaldi.
Davanti a Padre Vittorio Trani, cappellano del carcere che guida la preghiera, c’è una piccola rappresentanza di chi vive quotidianamente all’interno di quelle mura: una ventina di detenuti, alcuni poliziotti penitenziari, personale e volontari, insieme alla direttrice uscente Silvana Sergi e al neo comandante Ezio Giacalone. E poi c’è la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, che, insieme a Roberto Tartaglia che ha attualmente la reggenza del Dap e al Provveditore regionale per il Lazio, Carmelo Cantone, ha voluto essere con tutti loro per condividere l’invito del Pontefice. Un invito rilanciato dall’Ispettore dei Cappellani delle carceri, don Raffaele Grimaldi, con una lettera indirizzata alla pastorale penitenziaria dei 190 istituti italiani.
Il giovane Bright, detenuto nigeriano, intona un canto nell’antica lingua africana del Regno di Edo, accompagnandosi con la chitarra. La sua voce rende ancora più vive le parole del Santo Padre, che all’Angelus di domenica scorsa ha invitato tutti a raccogliersi e digiunare contro il male della guerra, “prego tutte le parti coinvolte perché si astengano da ogni azione che provochi ancora più sofferenza tra le popolazioni, destabilizzando la convivenza tra le nazioni e screditando il diritto internazionale”.
Il rito prosegue poi con la lettura di due misteri del Rosario e le parole della preghiera per la pace di Papa Giovanni II, per concludersi con la benedizione impartita da Padre Vittorio.
Nel rispettoso e composto silenzio che regna fra le invocazioni di preghiera, i pensieri di tutti i presenti, credenti e non credenti, sono volati ai preoccupanti echi del conflitto alle porte dell’Europa. E a una accorata speranza di pace.
Una speranza che, a cerimonia conclusa, la ministra Cartabia ha voluto personalmente testimoniare salutando tutti di detenuti presenti. E in particolare soffermandosi per qualche minuto con due giovani ucraini, con i quali ha scambiato parole di preoccupazione e speranza.
Articolo Quotidiano del Ministero della Giustizia