Progetto “Muri socchiusi”

“Ogni  quadro su quelle mura è come un inno alla vita”. Questo potrebbe essere il senso da dare alle pitture realizzate sulle pareti del carcere con il progetto “Muri socchiusi”.

Come responsabile del gruppo di volontariato Vo.Re.Co., sono felice che il progetto sia arrivato in porto. Si è trattato di una bella esperienza resa possibile grazie ad un stretta collaborazione tra tante componenti: Direzione dell’Istituto, Sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali, pittrici, detenuti, volontari. Ognuno ha messo la sua parte.

Sappiamo che tutte le iniziative che si fanno in un penitenziario assumono sempre una straordinaria rilevanza. Sono come sassi buttati nello stagno: rompono la monotonia, costruiscono rapporti, creano interesse. Quando, poi, è l’arte a fare capolino nelle vita dei detenuti, allora siamo al massimo. E questo è avvenuto con  il progetto “Muri socchiusi”. Esperte mani di artiste hanno guidato i gesti di detenuti principianti e insieme hanno generato “bellezza”, hanno creato “vita”: perché ogni quadro è questo.

La struttura di Regina Coeli risale a oltre 120 anni, tirata su con i criteri allora in auge, dove l’attenzione era risvolta unicamente alla punizione e  alla sicurezza. I corridoi, le sezioni risentono di questa linea. A  pelle, queste strutture fanno sentire la connotazione di isolamento, del carcere come  “realtà lontana” e misteriosa.  E dentro di esse si snoda il quotidiano di chi vi sconta una pena.

Per questo, risulta doppiamente positivo dare vivacità alle pareti dei posti più significativi della struttura, “decorandole” con fantasia e bravura. Per esempio, il lungo e gelido corridoio che unisce le due Rotonde sembra aver cambiato volto da che troneggia, sul lato sinistro di chi lo imbocca dall’ingresso, un bellissimo paesaggio. Guardandolo non si può fare a meno di “andare lontano”, “di uscire con la mente”,  per ricuperare un assaggio di vita e di autonomia. E’ l’arte che ha questa forza e questa magia.

Sento, perciò, il dovere di formulare un sentito ringraziamento a quanti hanno dato il  loro apporto per la realizzazione del progetto. In primo luogo, alla Direttrice, che ha sposato con entusiasmo l’iniziativa; alle pittrici Laura Federici, Pax Paloscia e Camelia Mirescu per aver realizzato con impegno, passione e professionalità le varie pitture; alla Sovrintendenza capitolina per l’appoggio dato all’iniziativa; e, infine, ai “pittori in erba”, scelti tra i detenuti, che con grande umiltà si sono lasciati coinvolgere e guidare nella loro collaborazione.

Chiudo con un auspicio. Nel futuro, Regina Coeli possa continuare a “farsi bella” attraverso l’opera di tanti altri artisti, disposti a mettersi in gioco per creare un soffio di vita lungo qualche parete silenziosa e austera.

 

                                                                                       p.vittorio trani